Rimini | Mobbing in comune, l’amministrazione si difende
Due i casi in cui ieri il Codacons, in un unico comunicato, ha punto il comune di Rimini. Sulla vicenda della variante al prg, annunciando che sarà accanto ai privati lesi nei ricorsi, e sul caso di una dirigente comunale sospesa da servizio per venti giorni, dopo aver verificato e chiesto la soluzione a 10mila euro di sprechi a bilancio dei cittadini di Rimini. Dal comune, rispetto a questa ultima notazione, si dichiarano “allibiti”.
“Deve essere smentita categoricamente la ricostruzione dei fatti resa dal presidente del Codacons, viziata da accuse pretestuose. La vicenda processuale di cui parla il comunicato concerne un contenzioso instauratosi con la dirigente nei mesi successivi all’insediamento del sindaco Andrea Gnassi”, ma che secondo il comune non riguarderebbe l’assegnazione alla dirigente del servizio relativo ai trasporti.
Ricapitolando, “prima di quella data la dirigente in questione aveva svolto l’incarico di dirigente dell’Ufficio di supporto del sindaco Ravaioli per le attività di studio e ricerca. Con l’insediamento della nuova amministrazione alla dottoressa Panigalli veniva assegnato, in continuità con il passato, un nuovo incarico di studio e ricerca sulla riforma delle autonomie locali e sulla riforma in senso federale dello Stato. Si trattava di argomenti di particolare rilevanza (si pensi al tema della tassa di soggiorno) e delicatezza che alla dirigente veniva chiesto di approfondire in attesa di porre mano alla riorganizzazione generale dell’ente, poi approvata nel mese di gennaio 2012. Da quella data la dirigente riveste il ruolo di responsabile dell’Unità operativa trasporti scolastici e istituzionali e Politiche del lavoro”.
La causa decisa nello scorso mese di febbraio dal tribunale di Rimini, dicono dal comune, “aveva ad oggetto il periodo precedente l’assunzione da parte della dottoressa Panigalli dell’incarico di dirigente dell’Autoparco e delle Politiche del lavoro (febbraio 2012). Più precisamente con il ricorso al tribunale di Rimini la dirigente lamentava, infatti, di essere stata negli anni oggetto di condotte mobbizzanti e di aver subito ripetute forme di dequalificazione e demansionamento professionale. Inoltre, impugnava la sanzione disciplinare che le era stata applicata nel mese di gennaio 2012”.
Il tribunale la sua sentenza l’ha data e “mentre da un lato, ha annullato la sanzione disciplinare, dall’altro lato, ha rigettato per tutto il resto il ricorso sulle domande di risarcimento per demansionamento e dequalificazione professionale”.
Da ridimensionare l’ammontare degli sprechi segnalati dall’avvocato della dirigente, che in realtà corrisponderebbero a poco meno di 700 euro e non 10mila. Dal comune spiegano anche che “le ragioni della corresponsione di tale indennità agli autisti di scuolabus va individuata nella carenza oramai storica di autisti di rappresentanza (quelli, cioè, che accompagnano il Sindaco e gli assessori), sicché per una settimana al mese ciascun autista di scuolabus era reperibile in caso di malattia o impedimento degli autisti di rappresentanza, in modo che venisse garantito comunque il servizio”, e che comunque la dirigente ha sospeso.